Scheda 31
Pane e Birra
La coltivazione del grano e dell'orzo forniva agli egiziani antichi due elementi base della loro alimentazione: il pane e la birra. Non a caso, evidentemente, la formula dell'offerta funeraria comincia con questi due prodotti, tanto che essi possono da soli riassumere le necessità elementari del mangiare e del bere del popolo delle Due Terre.
Preparazione comune
La strettissima relazione che legava il pane e la birra era dovuta sicuramente al fatto che essi erano derivati da piante simili (grano e orzo) che presupponevano lo stesso tipo di coltivazione e raccolto e che per una buona parte della preparazione subivano lo stesso genere di trattamento.
Delle due lavorazioni non possediamo tutti i precisi particolari e, quando ci sono, spesso non riusciamo a comprenderli. Gli aspetti più frequentemente rappresentati nelle scene di vita quotidiana riferite a tali mansioni, riguardano la preparazione della farina, il riscaldamento dei forni, il riempimento delle forme per i pani, l'impasto della birra e il riempimento delle giare. Nel Medio e Nuovo Regno queste scene sono meno numerose e dettagliate che nell'Antico, ma si comprende che
la macina (l'attrezzo) si è modificata, includendo nella parte bassa una cavità verso la quale chi opera spinge man mano la farina.
Prelevato il cereale dai granai, sempre alla presenza di scribi che ne registravano le misure e la quantità, i chicchi erano setacciati per togliere eventuali impurità che potevano essere penetrate durante la permanenza nel granaio. In genere, questo lavoro era svolto da donne. Si passava, quindi, a schiacciare i chicchi in un mortaio con un pestello, spesso dal manico assai lungo tanto da poter essere usato in piedi per esercitare una pressione più energica. Il prodotto di questa operazione veniva di nuovo setacciato allo scopo di eliminare la crusca. La fase successiva era la preparazione della farina, ottenuta triturando con una pietra i chicchi schiacciati su una mola sempre di pietra. Anche questa lavorazione era, spesso, affidata a donne. Attraverso successive fasi di setacciatura della farina si arrivava ad un prodotto abbastanza fine ed omogeneo, base per gli impasti.
Con l'aggiunta d'acqua cominciava la manipolazione della pasta, sovente ottenuta calpestando il tutto in una grande giara, o su una lastra di pietra inclinata per assicurare lo scolo dell'acqua in eccesso. La cottura poteva essere diretta o indiretta. Nel primo caso i pani erano posti direttamente sulla fiamma di un braciere o nella cenere ardente, oppure su di una lastra di pietra posta sul fuoco. Nel secondo caso si utilizzavano delle forme con coperchio, disposte in modo da formare una sorta di piramide con la parte cava al centro dov'era acceso il fuoco. Quando le forme raggiungevano la temperatura giusta, venivano tolte dal fuoco, riempite con la pasta e chiuse con il coperchio.
Era a questo punto che la fabbricazione della birra subiva un'ulteriore trattamento.
La Birra
La birra egizia veniva preparata dall'orzo (Hordeum vulgare, nelle varietà di H. hexastichum e H. tatrastichum) o dal frumento (Triticum dicoccum). La farina macinata era trasformata in un impasto che veniva cotto solo in superficie, secondo le modalità viste precedentemente.
I pani di orzo, forse preventivamente inzuppati con acqua, venivano ancora impastati con un liquido profumato, presumibilmente un "liquore" di datteri o altra frutta, sia per zuccherarli un po', sia per aromatizzarli. In appositi vasi, si procedeva alla fermentazione della pasta e del liquido: il siero ottenuto veniva filtrato e versato in giare, successivamente chiuse con un coperchio di terracotta ricoperto di un tappo avvolgente di limo sul quale venivano impressi i sigilli.
La birra, così conservata, era un liquido denso, probabilmente non molto alcolico, facilmente deperibile ma nutriente e, stando a testimonianze greche, di qualità e gusto non inferiori al vino.
Era senza dubbio la bevanda più apprezzata dagli egizi, così come il pane era il primo degli alimenti.
La birra faceva parte del salario dei lavoratori, come testimoniano le ricevute di pagamento degli operai di Deir el Medina: per le sue qualità nutritive e la bassa gradazione alcolica, veniva spesso considerata tanto una bevanda quanto un vero cibo, come testimonia una raffigurazione presente nella tomba del visir Antefoker a Tebe (TT60) in cui un bambino che tiene un vaso dice: «Dammi un po' di birra, poiché ho fame».
La birra era usata anche a scopo terapeutico per guarire malattie intestinali, per curare ferite, era considerata un potente antidoto contro il morso di scorpione, le donne in gravidanza la bevevano per aumentare il latte o, in carenza di questo, la si dava ai neonati, diluita con acqua e miele.
Nutrimento per l'anima
Quali elementi basilari dell'alimentazione in vita, pane e birra furono essenziali, immancabili, anche per la vita ultraterrena dei defunti,
Per tradizione i bambini erano sottoposti ad un rito di iniziazione che prevedeva un consumo limitato giornaliero di birra bevuta da una ciotola, la quale, dopo la morte dell'individuo, era sovente posta nel sarcofago. Pane e birra erano quasi sempre presenti nelle tombe in forma materiale o figurativa, sicuramente lo erano nella formula dell'offerta funeraria primaria che cominciava con la dicitura "un'offerta di pane e birra", quale nutrimento nella nuova esistenza.
Veri collanti sociali, pane e birra furono gli elementi che davvero unirono gli egiziani in vita e dopo la morte: ciò era valido per tutte le classi sociali, dal faraone al povero, in quanto gli alimenti essenziali della dieta, materiale e spirituale, del popolo delle Due Terre erano pane, birra… e cipolle!
Fine