Scheda 23
Gli Altari
Per la Civiltà Egizia gli Altari avevano funzioni specifiche ed erano utilizzati per differenti esigenze e funzioni, pertanto, ne esistevano di varie tipologie in relazione all'uso cui erano destinati.
Le tipologie
Altare è un termine generico che comprende vari supporti, strutture destinate a ricevere le offerte degli officianti, generalmente distinti in due categorie:
1. altari destinati alle tombe.
2. Altari destinati ai templi.
1. Prima categoria. Comprende quegli altari destinati alle offerte al defunto. Secondo la tradizione egizia, il corpo doveva essere nutrito insieme al ka per risorgere ogni giorno all'orizzonte orientale sotto forma di Khepri. Ecco, dunque, che in questo caso l'altare diventa il supporto per le offerte di cibo, in primo luogo pane e birra, rivolte al defunto. Un tipo di altare utilizzato a tale scopo, generalmente realizzato tutto in pietra, era costituito da un piede cilindrico su cui poggiava un piatto
rotondo destinato ad accogliere le offerte. Tavole di questo tipo sono raffigurate sulle stele, di fronte al defunto. Una differente versione, destinata allo stesso scopo, consisteva in una lastra in pietra posta generalmente davanti ad una stele. Queste tipologie principali, videro diverse versioni e adattamenti in funzione delle epoche, ma rimasero pressoché uguali dall'Antico Regno fino al Medio Regno. Si ebbero altari in cui una lastra rettangolare aveva il piano superiore scavato con uno o più bacini e un testo scritto lungo il bordo. Altri supporti furono decorati con una superficie circolare in leggero rilievo, a rappresentare il piatto delle offerte e, in alcuni casi, sempre in rilievo, era indicato il segno hotep, l"offerta". Dal Nuovo Regno le tavole d'offerta si fecero più rare e, sovente, sugli altari si scolpirono le stesse offerte, con la funzione magica di sostituire i veri alimenti (per il defunto) qualora questi fossero venuti a mancare.
2. Seconda categoria. Appartengono a questa gli altari normalmente posti nel pronaos, davanti alla cella del dio, con la funzione di donare offerte. Sovente, questi erano costituiti da blocchi di pietra cubici più o meno decorati e cambiavano in base alla specifica funzione: vere e proprie are destinate ad accogliere le offerte solide, oppure, bacili da libagione per quelle liquide. Gli altari dei templi servivano anche per offrire incenso e fumigazioni, o per scacciare le forze del male mediante il rituale della distruzione di apposite figurine magiche, pertanto, questo tipo di supporti erano realizzati con accorgimenti particolari destinati a ricevere della brace o a far da supporto ai bracieri.
Gli altari solari
In genere di forma parallelepipeda e dalle dimensioni che potevano essere monumentali, tanto da richiedere scalinate necessarie a raggiungere l'offertorio, questi grandiosi altari solari in pietra o in muratura, erano posti nei cortili dei templi dedicati a Ra o Aton.
Altri, più piccoli, e già presenti nell'Antico Regno, erano dotati di quattro segni hotep ai lati. In seguito, tale modello dotato di disco solare al centro e quattro appendici ai quattro lati, divenne il tipo di altare dominante indirizzato al culto dell'astro diurno. Il significato palese era l'offerta al sole ovunque, vale a dire verso tutti i punti cardinali: oggi questo tipo di altare è definito quadruplo eliopolitano. Esempi di tali strutture sono presenti ad Abu Gorab (Antico Regno) e a Kamak (Nuovo Regno)
Altari di confine
Strutture particolari, impropriamente dette "Altari a B" a causa della loro forma, in realtà, non sono dei veri altari. Alla vista in pianta, però, più che una B appaiono due forme a D affiancate, presenti già in Epoca Thinita e raffigurate in alcune tavolette dove si notano strutture composte anche da tre D affiancate, sovente separate, sempre accoppiate a strutture analoghe ma speculari poste di fronte.
Viste di profilo questi supporti mostrano il piano inclinato verso la parte dritta della D, impedendone l'utilizzo come piano di appoggio. Questa caratteristica ha suggerito, pertanto, una differente funzione di queste strutture. I più antichi esempi di tali manufatti sono state rinvenuti nel complesso funerario di Djoser dove, più correttamente, sono state interpretate come "pietre di confine", i simboli dei limiti meridionale e settentrionale dell'Egitto, fra i quali il re compiva la corsa rituale durante la festa Heb Sed.
Fine